Il precedente blog si è focalizzato sullo smartworking da parte del manager.
Abbiamo evidenziato che in questa fase di emergenza ci sono almeno 5 aspetti da considerare: uno è lo smartworking, il secondo è quello che possiamo definire attenzione all’ambiente di lavoro.
Ognuno di noi sa, per esperienza, quanto sia bello lavorare in un ambiente pulito e sano. E oggi più che mai. Collaborando con QSA ho avuto modo in questi giorni di condividere con loro l’importanza di mostrare a tutti i nostri collaboratori che ci teniamo alla loro salute. Un modo chiaro e visibile è quello della pulizia, dell’igiene dei luoghi di lavoro.
Sicuramente arieggiare i locali attraverso l’apertura di porte o finestre o comunque creando le condizioni per un ricambio dell’aria è fondamentale.
Come il Ministero della Salute sottolinea, in letteratura diverse evidenze hanno dimostrato che i Coronavirus, inclusi i virus responsabili della SARS e della MERS, possono persistere sulle superfici inanimate in condizioni ottimali di umidità e temperature fino a 9 giorni.
Allo stesso tempo però le evidenze disponibili hanno dimostrato che i suddetti virus sono efficacemente inattivati da adeguate procedure di sanificazione che includano l’utilizzo dei comuni disinfettanti di uso ospedaliero, quali ipoclorito di sodio (0.1% -0,5%), etanolo (62-71%) o perossido di idrogeno (0.5%), per un tempo di contatto adeguato.
Come potete immaginare, questo ambito di sicurezza è più tecnico che umano… certo è che ogni manager vuole il bene dei suoi collaboratori, e quindi darà disposizioni per creare un ambiente salubre.
Nei prossimi giorni scriveremo gli altri aspetti che sono:
- aspetto relazionale al rientro
- possibile momento di stress con viva attivazione fisiologica e comportamentale
- disturbo post traumatico da stress