Smartworking
Questa emergenza mette alla prova tutti noi, come persone, prima, e come lavoratori poi.
Come manager ci possiamo chiedere: e dopo? Sarà tutto come prima? Quando rientrerò in azienda tutto torna alla normalità? E sappiamo che la risposta è no.
Allora possiamo chiederci: come posso, come possiamo creare un ambiente lavorativo tale per cui i nostri collaboratori possano riprendere il proprio lavoro nel migliore dei modi, dando il loro meglio e stando bene?
Ci sono 5 aspetti da considerare. In questo blog ci occupiamo del primo: SMARTWORKING.
1. SMARTWORKING.
Lo smartworking ora è necessario. Molti si ritrovano ‘obbligati’ a lavorare da casa. Quali sono i modi migliori per guidare i collaboratori da remoto? Come tenere motivati i collaboratori?
Sergio Borra, AD della Dale Carnegie Italia, dà consigli nella sua diretta Facebook: ‘Consigli per uno smart working efficace e per coinvolgere il team da remoto’. E sottolinea che ci sono lavori-settori- che sono/possono essere più ‘smart’ di altri. Quelli più smart sono caratterizzati da grande autonomia, basso grado di dipendenza da lavori di altri, e misurabilità della performance.
La strategia è valida se supportata costantemente e questo significa che dobbiamo fidarci delle persone. È forse arrivato quindi il momento di dare fiducia a quei collaboratori a cui non l’abbiamo data prima. [Attenzione a non cadere nella trappola di credere che se si lavora da casa, non si lavora!]
Borra continua dando dei consigli sia per leader virtuali sia per i componenti dei team virtuali, come:
- Atteggiamento positivo verso il lavoro a distanza
- Ottime capacità comunicative
- Capacità di costruire fiducia e rispetto verso il team
- Forte orientamento ai risultati
- Capacità di delegare
Alcuni spunti pratici sono:
- Supporto tecnologico: i collaboratori hanno gli strumenti tecnologici adatti/giusti?
- Linee guida chiare anche con noi stessi e chiarire le aspettative verso i nostri collaboratori e colleghi: ad esempio, entro quanto tempo le email verso i clienti devono essere evase, ed entro quanto tempo le email verso i colleghi (interni) devono essere evase?
- Concentrarsi sul completamento del lavoro non su quante ore si lavora. Chiarire su cosa ci si aspetta dai collaboratori.
- Rimanere in contatto costante. Per alcuni lavorare a casa significa essere soli. Trovare il tempo per fare due chiacchiere (e non parlare solo di lavoro).
- Condividere, quanto possibile, il proprio calendario per mostrare di esserci: essere reperibili
- Dare apprezzamenti onesti e sinceri. È vero che la vita dell’ufficio li favoriscono, ma questo non significa che non si possano inviare un pensiero concreto, al di là del ‘bravo, ottimo lavoro’.
- Obiettivi (prima dell’attività) e risultati (ciò che otteniamo) chiari.
- Gestire efficacemente il tempo. O meglio possiamo gestire noi stessi in relazione con il tempo.
E possiamo chiederci: quanto tempo sprechiamo in una
giornata? Usare lo smartworking per diventare più consapevoli di come usiamo il
tempo. Misuriamo, registriamo il tempo: quanto tempo sui social? Quanto tempo
lavoriamo?
E al mattino chiederci: Cosa fare? Quando farlo? Dove lo facciamo? E
focalizziamoci su un obiettivo alla volta lavorando sulle priorità.
Nei prossimi giorni scriveremo gli altri aspetti che sono:
- attenzione all’ambiente di lavoro
- aspetto relazionale al rientro
- possibile momento di stress con viva attivazione fisiologica e comportamentale
- disturbo post traumatico da stress