La positività può essere potente. Quando siamo alle prese con ansia e pensieri negativi, se riusciamo a trattenere anche solo una goccia di speranza – che ce la faremo, che non siamo definiti dai nostri pensieri, che non siamo così sbagliati come il cervello ci comunica – possiamo resistere e farcela. La positività che abbiamo trovato in noi stessi ci aiuta.
Detto questo, forse contro-intuitivamente, la positività non è sempre il modo migliore per aiutare gli altri. Come possiamo rendere ‘positivo’ qualcuno? Certamente non spargendo polvere di positività su di loro facendo scomparire i loro problemi. E onestamente, quando le persone sono alla ricerca di aiuto e supporto, di solito non sono alla ricerca di una positività manifesta e ispiratrice.
La psicologa Whitney Hawkins Goodman ha creato una tabella interessante mostrando cosa sia la ‘positività tossica’. La tabella mostra la differenza tra parole che sostengono l’altro/a con ‘positività empatica’ e il tentativo di sostenere l’altro/a con ‘positività tossica’. Secondo Whitney, c’è differenza tra ‘È difficile … credo in te’ e ‘Sii felice!”.
Forse anche a noi è successo che la frase ‘Sii felice!’ ci abbia dato terribilmente fastidio… ora sappiamo perché… l’abbiamo percepita ‘tossica’! 😉
POSITIVITÀ EMPATICA | POSITIVITÀ TOSSICA |
Questo è difficile; hai già fatto cose difficili prima e io credo in te. | Ti passerà! |
So che c’è molto che potrebbe andare storto. Cosa potrebbe andare bene? | Sii positivo! |
Tutte le sensazioni sono benvenute. | Solo buone sensazioni! |
È normale avere un po’ di negatività in questa situazione. | Pensieri felici! |
A volte rinunciare è ok. Qual è il tuo risultato ideale? | Non mollare mai! |
Non è mai divertente sentirsi così. C’è qualcosa che possiamo fare oggi che ti piacerebbe? | Sii solo felice! |
Probabilmente è davvero difficile vedere qualcosa di buono in questa situazione. Ne daremo un senso più tardi. | Vedi il buono in tutto. |
Tratto da:
Complimenti Emanuela! Bellissimo nonché utilissimo articolo!