Qual è il significato di questo aforisma? Emile Couè, farmacista e psicologo francesce (1857-1926) ci aiuta chiedendoci: e se proprio questa volontà, questa logica di cui siamo così fieri cedesse il passo all’immaginazione?
Supponiamo di porre sul suolo un’asse lunga dieci metri e larga venticinque centimetri: tutti noi siamo capaci di percorrerla da un capo all’altro senza mettere il piede fuori di essa. Ora supponiamo che l’asse sia posta all’altezza delle torri di una cattedrale: siamo capaci di avanzare di un solo metro? O forse fatti due passi inizieremmo a tremare e, malgrado tutti gli sforzi della volontà, cadiamo? O ci fermiamo bloccati?
Perché non cadiamo se l’asse è posta sul suolo e perché cadiamo quando è sollevata?
Forse perché nel primo caso ci immaginiamo che sia semplice percorrerla tutta, mentre nel secondo immaginiamo di non potercela fare, bloccati dalla nuova visione del vuoto?
Per quanto la nostra volontà di avanzare sia forte, se immaginiamo di non potercela fare, saremo nell’impossibilità assoluta di farlo. Se alcuni di noi sono capaci di compiere quest’azione è perché immaginano di poterla compiere.
Ci è mai successo di tentare di ricordare il nome di una persona e più tentiamo più ci sfugge fino al momento in cui, sostituendo nel nostro cervello l’idea con un’altra qualsiasi, ci si ripresenta spontaneo, senza sforzo? E quando vogliamo trattenerci dal ridere e invece il riso scoppia più violento quanto maggiori sono gli sforzi per reprimerlo?
Mai successo di seguire una dieta e davanti ad un gelato cedere? Non ho potuto trattenermi… era più forte di me (anche di fumatori che vorrebbero smettere di fumare, ma sono incapaci di questa rinuncia, malgrado la loro volontà). Lo psicoanalista Charles Baudouin definisce questo comportamento attraverso la Legge dello sforzo convertito: ‘ogni volta che immaginazione e volontà entrano in conflitto, immancabilmente l’immaginazione ha la meglio sulla volontà’. Contrariamente al senso comune, non è la volontà che mette in moto il cambiamento, ma la nostra immaginazione. E quando volontà e immaginazione sono in disaccordo dentro di noi, prevale l’immaginazione.
Noi crediamo di compiere liberamente ogni nostra azione… e se fosse la nostra immaginazione a tenere i fili del nostro comportamento?
Un esempio? Cosa diciamo ad un bambino che sta iniziando ad andare in bicicletta? Con quale visione lo aiutiamo? ‘attento che cadi’ o con ‘bravo, mantieni l’equilibrio’? Quale delle due aiuterà di più il bambino al suo successo? Il linguaggio è risultato della nostra immaginazione.
Come possiamo guidare la nostra immaginazione? Come possiamo allenare la nostra mente a immagini di successo? A pensieri che creano comportamenti di successo? A motivazioni personali, intrinseche di successo? Basta avere i pensieri o possiamo anche allenarli, come fossimo in palestra, anche per i momenti più bui?
Tutti i giorni, da quando siamo al mondo, inconsciamente rispondiamo a stimoli… ora ‘basta’ apprendere come coscientemente creare visioni positive. Basta educare la nostra mente a visioni vincenti.
Come Emile Couè diceva: per ottenere una cosa devi innanzitutto immaginarla nella tua mente per poi renderla reale. Non si tratta di volere una cosa ma di immaginarla…
“Non la volontà bensì l’immaginazione è la prima delle facoltà umane”. (Emile Coué).
Tratto da:
Émile Coué (ristampa 2013), Il dominio di se stessi. Macro Edizioni.