«Un manager di nome Tom arrivò in anticipo a un nostro seminario sulla leadership. Era vestito con una polo verde oliva e pantaloni sportivi bianchi con la piega, e sembrava pronto per andare a giocare a golf.
Il golfista si avvicinò e disse: ‘Il vostro corso non è obbligatorio, quindi non penso che parteciperò’.
‘Va bene, e mi chiedo perché è arrivato in anticipo per dircelo: ci sarà qualcosa che vuole sapere’.
‘In effetti è così’, confessò. ‘Tutto quello che voglio sapere è come ottenere migliori risultati dal mio team commerciale. Come faccio a guidarli?’
‘È tutto quello che vuole sapere?’
‘Sì, esattamente’, affermò il manager.
‘Allora le possiamo far risparmiare un sacco di tempo e arriverà in orario per la partita di golf’.
Tom si protese in avanti, pronto ad ascoltare le sagge parole che lo avrebbero reso capace di dirigere i suoi collaboratori.
Gli dicemmo: ‘Non può’.
‘Come?’
‘Lei non può guidare nessuno. Quindi vada pure e faccia una bella partita.’
‘Cosa state dicendo?’ chiese il manager. ‘Pensavo che teneste seminari sulla motivazione, cosa vuol dire non posso?’
‘Certo che teniamo seminari su questo argomento, ma una delle prime cose che insegniamo ai manager è che non possono controllare direttamente i loro collaboratori. La motivazione scaturisce sempre dai dipendenti stessi, non da loro’.
‘E allora cosa insegnate?’
‘Insegniamo come far sì che le persone si motivino da sé. Questa è la chiave. Questo è ciò di cui discuteremo stamattina’.
Il manager mise in tasca le chiavi della macchina e si sedette in prima fila per il resto del seminario.»
Steve Chandler e Scott Richardson (‘100 regole per motivare gli altri’) riassumono uno dei principi chiave di Motivation Moves People: non possiamo motivare gli altri ma fornire loro stimoli per automotivarsi.