Tutto ha almeno due facce

Oggi ci arricchiamo attraverso l’esperienza di Ed Viesturs, uno dei pochi alpinisti al mondo a riuscire nell’impresa di scalare tutti i 14 ottomila in “stile alpino”, ovvero con una attrezzatura leggera e senza l’ausilio di ossigeno supplementare. Le sue parole sono tratte dal libro K2, La montagna più pericolosa della terra.

‘Sono stupito. Ogni storia può essere raccontata in dozzine di modi diversi. Per questo stesso motivo credo che ogni volta che riesaminiamo un capitolo importante della nostra vita, impariamo qualcosa di nuovo.’

Queste sue parole ricorda a noi uomini un principio cardine: tutto ha almeno due facce. Cosa significa per noi manager (inteso come manager di noi stessi)?

Due commercianti di scarpe partono da Manchester per avviare un giro d’affari in Africa. I due, dopo essere arrivati a destinazione ed essersi guardati un po’ intorno, scrivono due telegrammi al loro capo. Il primo scrive: ‘siamo spacciati, nessuno porta le scarpe’. Il secondo scrive: ‘grandissima opportunità, nessuno porta le scarpe!’

Noi a chi assomigliamo tra questi due commercianti?

Tendenzialmente il 90% degli esseri umani vede il negativo, il problema (e le sue difficoltà e anche il fallimento); c’è anche il 10% che è capace di vedere il positivo, l’opportunità nel problema (e affrontare la realtà in modo alternativo, creativo). Quando un venditore presentando il suo prodotto dice: ‘questo taccuino costa 10 euro’ cosa sentiamo? E quando un venditore dice: ‘questo taccuino vale 10 euro’ cosa sentiamo? È sempre lo stesso taccuino da 10 euro.

Qual è la qualità del Manager che quando il 90% delle persone attorno a lui vede negativo, lui/lei vede nella stessa identica situazione il positivo? Che tipo di comportamento attiverà? I suoi collaboratori come si sentiranno? Che clima organizzativo creerà? Quale motivazione starà vivendo?

Perché quel Manager riesce a vedere il positivo, l’opportunità nel problema? Perché ha avuto una vita tutta ‘rosa e fiori’? Un manager che ho incontrato lo ha spiegato così, utilizzando una metafora del suo paese. ‘Due gemelli. Un padre violento, ubriaco, abusatore. Un figlio, divenuto adulto, è drogato, ubriaco, violento. Gli si chiede il perché e lui risponde: ‘Ho visto mio padre’. L’altro figlio, divenuto adulto, è medico, pacifico, che aiuta gli altri. Gli si chiede il perché e lui risponde: ‘Ho visto mio padre’.

Ora riesaminando un capitolo della nostra vita, cosa possiamo imparare? Oggi quale commerciante vogliamo essere? Che figlio/a, padre, madre vogliamo diventare?

Sta a noi la scelta di vedere il positivo!

Come dice Stephen W. Hawking: Per quanto difficile possa essere la vita, c’è sempre qualcosa che è possibile fare. Guardare le stelle invece dei nostri piedi.

Autore: Emanuela Chemolli

Emanuela dott.ssa Chemolli, Ph.D. Ha conseguito un dottorato in Psicologia delle Organizzazioni presso l’Università di Verona in collaborazione con Concordia University, John Molson School of Business (Montreal, Canada), un master in Marketing Management Territoriale (Accademia del Commercio e Turismo, Trento) e una laurea in Scienze dell’Educazione, Esperto nei processi formativi (Università di Verona). Ha esperienze lavorative sia nazionali (come trainer comportamentale, ricercatore, consulente aziendale) sia internazionali (ricercatore presso Concordia University, John Molson School of Business – Montreal, Canada; professore universitario presso il Dipartimento di Management e Imprenditorialità, Sawyer Business School, Suffolk University, Boston, USA). Membro della prestigiosa Society for Industrial and Organizational Psychology dal 2010, è esperta di motivazione al lavoro e i suoi argomenti, sviluppati sotto forma di training, consulenza e ricerca sono: Migliorare i risultati personali e aziendali attraverso programmi ad hoc inerenti a leadership e motivazione,essere manager oggi, benessere organizzativo, comunicazione (e disinformazione), felicità, stress lavoro correlato, sviluppo dei talenti e condivisione delle conoscenze, sviluppo dei team.

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